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sorelle avrebbero fatto del loro meglio, nella loro ignoranza, per aiutarla.
Forse se fosse morta tra le sofferenze più atroci questo non avrebbe modi-
ficato il disegno generale del cosmo. Forse, in prospettiva, sarebbe meglio
che morissero tutte, ma finché c'è vita c'è la speranza che qualcuno riesca a
insegnar loro qualcosa. È stato lui a far venire qui l'assistente sanitaria del-
la zona - è un'ottima persona -, e magari, dopo che Joann avrà parlato con
le ragazze, una o due di loro troveranno il coraggio di tramortire il vecchio
con una padella la prossima volta che si infila nel loro letto, oppure pren-
deranno quegli sventurati dei loro figli e scapperanno ad Arkham o a Bo-
ston».
Entrammo nel ristorante e ritrovammo Brian; mi riallacciai a un partico-
lare del suo racconto.
«Chi è l'assistente sanitaria?»
«Joann Winters, una ragazza fantastica, me la porto a letto ogni sabato,
quindi per te dovrò trovare un altro momento. Ma pensa un po', la mia
strega con gli occhi verdi è gelosa! Ma tesoro, Joann Winters ha quaran-
t'anni, tre figli adolescenti che frequentano il liceo di Miskatonic ed è
membro devoto della chiesa battista, ma è comunque una donna meravi-
gliosa e, se trascorri abbastanza tempo con me, finirai per incontrarla. Suo
marito è il chirurgo qui all'ospedale di Arkham.» Mentre aspettavamo di
essere accompagnati a un tavolo e gli uomini discorrevano, pensai con pia-
cere alla differenza tra persone come Colin e Brian e, invece, Matthew
Hay. Avrei potuto trascorrere il resto della mia vita, perfino in quel remoto
angolo del paese, con Brian... Mi riscossi bruscamente: lo conoscevo da
solo ventiquattr'ore e stavo già fantasticando di trascorrere il resto della vi-
ta con lui?
Tutte le streghe sono promiscue.
Oh, al diavolo Matthew Hay, era pazzo - com'è che l'aveva definito Co-
lin? - matto da legare. Qual era il suo ragionamento da svitato?
Tutte le streghe sono promiscue.
Tu sei promiscua.
Quindi sei una strega.
Perfino io riuscivo a capire la mancanza di logica di quell'argomentazio-
ne. E poi, non ero promiscua.
(Ah, no? Come chiami una donna che va a letto con due sconosciuti di-
versi nel giro di dodici ore?)
Be', se Matthew Hay credeva che, per aver fatto l'amore con lui una vol-
ta, avrei accettato tutte le sue sciocchezze sulle streghe e mi sarei unita alla
sua dannata congrega, o comunque la chiamasse, avrebbe avuto una bella
sorpresa. Se mi rimetteva le mani addosso - per usare un'altra delle espres-
sioni di Colin - l'avrei tramortito con la padella di zia Sara! Stavo comin-
ciando a sospettare che sarei rimasta attratta da qualcuno come Brian indi-
pendentemente dalle circostanze del nostro incontro. Forse la notte, la
stranezza della situazione, il mio senso di abbandono e solitudine, l'intimi-
tà creata dalla stanza e dal letto a baldacchino di zia Sara e non ultimo il
suo insolito profumo ci avevano colti di sorpresa e spinti a fare l'amore un
po' più rapidamente di quanto non sarebbe successo in una situazione nor-
male. Ma ero pronta a scommettere che sarebbe accaduto comunque, E
qual era quella frase che gli studenti e gli hippy di Berkeley ripetevano
sempre? Alcune delle mie migliori amicizie sono cominciate a letto. Quella
notte di passione sembrava effettivamente avere creato un legame pieno di
calore tra me e Brian. E volevo che durasse.
Amavo Brian.
Era il mio vero amore.
E al diavolo zia Sara, la congrega di streghe e Matthew Hay. Special-
mente Matthew Hay.
Se, sotto sotto, avevo paura che fosse facile prendere una decisione del
genere lontano da casa Latimer e che, una volta di ritorno, mi sarebbe stato
difficile rispettarla, non permisi a quel timore di affiorare nella parte con-
scia della mia mente. Mi rilassai, quindi, e aspettai con il mio amato - or-
mai sapevo che era l'amore della mia vita - che il cameriere ci accompa-
gnasse al tavolo dove avremmo consumato un'ottima cena di pesce.
CAPITOLO 7
La luce nel cimitero
Fu una cena splendida: in quella locanda avrebbe potuto dormirci Geor-
ge Washington, e tutti i suoi uomini avrebbero mangiato in quei vecchi
piatti di porcellana sotto quelle stesse lampade di rame che sembravano
potersi sbriciolare da un momento all'altro. Il cibo era delizioso, e non era
stato certo congelato, inscatolato o confezionato; gustammo un'aragosta
che avevamo visto aggirarsi in una vasca mentre consumavamo la zuppa, e
un'insalata mista così fresca da risultare croccante, non come quella che si
mangiava in città; e per finire una torta di pesche coperta di panna che non
conosceva la bottiglia né i processi di pastorizzazione. Più tardi accompa-
gnammo Colin a casa e ci accomiatammo. Aspettavo con impazienza una
visita un paio di giorni dopo: avevo conosciuto la sua assistente e socia
della libreria, Claire Moffatt, quando mi trovavo in California, ed ero feli-
ce di rivederla.
Chiesi a Colin: «Claire sta qui con lei?»
Arrossì. «Oh, no, è ospitata da alcuni parenti a Madison Corners.»
Brian, immettendosi di nuovo sulla strada alla volta di casa mia, dichia-
rò: «Sono libero per il resto della serata; basta solo che, due o tre volte nel
corso della notte, controlli gli eventuali messaggi. Il bello del lavoro in
campagna è che non devi fare visite quindici ore al giorno. Passo molto
tempo in macchina tra un paziente e l'altro, visto che sono sparpagliati un
po' dappertutto, ma non sono molto numerosi. Forse i miei colleghi aveva-
no ragione nell'affermare che sono pigro, ma a me fa piacere trovare il
tempo anche per vivere al di fuori del lavoro».
«Non ci vedo niente di male.»
«E tu, Sara? Hai grandi ambizioni, sei un'autentica donna moderna? Op-
pure dipingi per divertirti?»
«Non ne sono sicura.» Ero felice dell'opportunità di conoscere meglio
Brian. «So di avere degli obiettivi artistici, anche da un punto di vista
commerciale. Se posso guadagnarmi da vivere dipingendo tanto meglio,
ma se dovessi svolgere una professione più banale per sbarcare il lunario - [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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